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Le cooperative

I cinque archi

Il territorio

Ponte d'Arbia (Monteroni d'Arbia, Siena)

Ponte d’Arbia è un borgo di circa 470 abitanti fra Monteroni d'Arbia e Buonconvento sul torrente Arbia, lungo la via Cassia, sul tragitto dell’antica via Francigena.

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Il progetto

Il progetto coinvolge imprenditori, agricoltori ed è rivolto ad escursionisti, pellegrini e viandanti che durante tutto l’anno passano dal Ponte d’Arbia per percorrere la Via Francigena, oggetto di un turismo lento, in continua evoluzione. Il progetto si pone l’obiettivo di gestire e ampliare alcuni servizi turistico recettivi che oggi sono principalmente forniti nel Centro Culturale Mosignor Cresti e, insieme, accrescere l’offerta turistica secondo la logica dell’albergo diffuso, anche includendo la messa a norma e gestione della ex scuola materna del Paese. Il progetto, inoltre, prevede l’apertura di una Bottega di generi alimentari che vada a colmare sia la mancanza di un punto ristoro, che spinge spesso i viandanti in altre località, sia l’assenza di un luogo di promozione dei prodotti tipici locali. L’intervento, finalizzato al miglioramento della sostenibilità ambientale, si propone il recupero di campi dismessi e abbandonati destinandoli ad una coltivazione locale in grado di rispettare l’identità del territorio e recuperare produzioni tradizionali di alberi da frutto. Il cambiamento della domanda turistica, ma anche le nuove modalità di organizzazione lavorativa non possono prescindere dall’incentivazione della crescita all’uso del digitale, pertanto il progetto include la creazione di uno spazio Smart Working e WiFi a disposizione gratuita della popolazione residente e del turista.
I cinque archi

L'idea di creare una cooperativa di comunità a Ponte d'Arbia ha preso vita grazie alle persone del
paese. La cooperativa, coordinata da un gruppo di giovani, coinvolge una quarantina di soci tra i quali cittadini che hanno deciso di rimanere in questi luoghi e altri arrivati da poco. Tra i soci ci sono anche diverse associazioni del Terzo Settore.
La costituzione della cooperativa di comunità ha previsto un processo partecipato di coinvolgimento degli abitanti per promuovere forme di autogoverno condiviso, etico, orientato al mutualismo, alla collaborazione, all’utilizzo responsabile delle risorse naturali, attento ai bisogni dei più fragili, nel rispetto dell’uomo e delle sue potenzialità.
E’ in corso di preparazione, con la collaborazione di associazioni ambientaliste, un protocollo etico che raccolga l’insieme di azioni per il miglioramento della sostenibilità ambientale.

Il nome della cooperativa è legato al ponte che unisce le due sponde del fiume, costruito nel 1388 e che già nel XVIII secolo era descritto come un magnifico ponte sostenuto da cinque archi,
caratteristica che tutt'oggi conserva.

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La cooperativa

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