null Le Lari
Le cooperative

Le Lari

Il territorio

Prataccio (San Marcello Piteglio, Pistoia)

Il territorio di San Marcello-Piteglio, unito in unico ente comunale nel 2017 della provincia di Pistoia, disegna i suoi confini fra la provincia emiliana di Modena, la provincia toscana di Lucca e le montagne e le valli del comuni pistoiesi limitrofi (Corno alle Scale, Libro Aperto, il Passo dell'Abetone,e l'Alpe delle Tre Potenze, la Valle del Liesina). 
L'altitudine varia in maniera rilevante da borgata a borgata: la strada principale si trova a circa 875 m sul livello del mare.

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Il progetto

La Cooperativa “Le Lari – la valle dei molini e dei templari”, prende il nome dal massiccio le Lari e dalla storiografia locale che ricostruisce le tracce della presenza dell’ordine dei Cavalieri Templari sulle montagne pistoiesi e sugli assi viari verso la Terrasanta a protezione dell’ospitalità dei viandanti e della viabilità. Il tema dell’ospitalità diffusa, della salvaguardia e sostenibilità dei territori sono proprio gli obiettivi della nascente cooperativa. La Cooperativa nasce grazie all’impegno di un gruppo di persone fortemente radicate al territorio della Montagna Pistoiese, che intendono scommettere sulla possibilità di una nuova fase di rilancio economico e sociale di questi luoghi e insieme mettere al centro la comunità, i suoi bisogni secondo principi di mutualità e solidarietà. Nasce con il sostegno dell’Unpli provinciale, l’unione delle Proloco della provincia di Pistoia perché alcuni soci della cooperativa porteranno come bagaglio esperienziale il loro coinvolgimento attivo nelle Proloco locali puntando e ricercando modalità e canali innovativi per una nuova ricettività e offerta turistica complessiva, quale motore di sviluppo per i piccoli borghi montani.
Le Lari

Il progetto "La valle dei Molini e dei Templari", interverrà fra Le Piastre a Mammiano, fino a tutta la Val di Forfora ; obiettivo è migliorare la ricettività nell’accoglienza turistica 
tramite l’utilizzo di abitazioni private adibite prevalentemente, dai proprietari, a seconde case per vacanze estive che potrebbero essere affittate in modo centralizzato, come fossero camere di un albergo tradizionale. Questa nuova forma di offerta turistica, “albergo diffuso”, contribuirebbe a risolvere la problematica delle molte case vuote che potrebbero ospitare significativi flussi turistici, in grado di ravvivare le economie di questi piccoli borghi.
Insieme al coinvolgimento dei proprietari delle seconde case il progetto prevede, inoltre, forme di partecipazione attiva della comunità locale nella manutenzione del verde, come presa di coscienza del patrimonio paesaggistico, agricolo e ambientale montano.

L’idea progettuale riflette il sentimento condiviso a livello locale che la rigenerazione del territorio non debba dipendere in modo esclusivamente, come nel recente passato, dalle attività industriali, ma esiste la consapevolezza che si debba, nel rispetto e sostenibilità ambientale, compiere una sorta di “ritorno alle origini”, valorizzando nelle zone periferiche montane le piccole attività in settori diversi (agricolo, artigiano, commerciale, turistico), portatici di un bagaglio storico e culturale, che possono offrire nuove opportunità occupazionali e insieme costituire un presidio permanente per la salvaguardia del territorio montano, sempre più sofferente e soggetto ai cambiamenti climatici.

In questo percorso identitario di valorizzazione delle risorse locali, insieme al rilancio degli antichi mestieri e delle tradizioni, è inclusa la riscoperta della castanicoltura con la pulizia e la manutenzione dei castagneti locali e il recupero dei castagneti dismessi. 
Volendo dare risposte ai bisogni emergenti della comunità, seguendo i principi e i valori di solidarietà e mutualità, la cooperativa ha previsto di attivare servizi di accompagnamento degli anziani, piccoli servizi alla persona in accordo con gli enti locali, corsi pomeridiani per i bambini laboratori e fattorie didattiche.

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La cooperativa

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